Biciclette e convivenza civile nelle città: abbiamo chiesto alla FIAB alcuni chiarimenti. Da leggere

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Biciclette e convivenza civile nelle città: abbiamo chiesto alla FIAB alcuni chiarimenti. Da leggere

Settembre 24, 2016
Riccardo Reina
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Molto spesso capita di imbatterci in dibattiti, la maggior parte delle volte molto accesi, tra gli utilizzatori dei Velocipedi, ovvero i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita (Titolo III – Capitolo I – Nuovo codice della strada”, decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni) e i semplici cittadini.
Per convivenza civile in forma generale, s’intende il rispetto degli altri e delle regole che ci sono nella comunità, in luoghi comuni, senza ledere i diritti e la libertà altrui, avendo ben presente anche i doveri di ciascun individuo.
A tal proposito abbiamo voluto contattare chi, in Italia, rappresenta tutti gli utilizzatori dei Velocipedi o meglio, delle Biciclette.
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Giulietta Pagliaccio Presidente FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande che possono sembrare scontate e banali ma che risultano, come abbiamo detto in apertura, molto sensibili e discusse.
1 – E’ possibile accedere a una via pedonale turistica (il corso turistico o “budello”)? 
In generale dove c’è, un cartello di area pedonale lì possono transitare anche le biciclette. Per vietarne l’accesso è necessario un provvedimento specifico del comune che, ad esempio, emette un’ordinanza e installa una segnaletica che indica biciclette a mano.
È altrettanto evidente che quando l’area pedonale è piena di persone o molto stretta, chi è in bicicletta generalmente scende o evita di passare in quel punto. Lo dico perché vorrei sfatare il mito del ciclista arrogante che vuole passare ovunque: c’è molto più buon senso di quanto non si creda.
2 – E’ possibile accedere a una via a senso unico in contromano che non abbia specifici cartelli di divieti?
Dove c’è un divieto di accesso, questo vale per tutti, biciclette comprese. Chi lo fa si assume le responsabilità del caso che può significare essere chiamati in causa per pagare i danni da eventuale incidente, ad esempio.
Tuttavia è possibile transitare in controsenso laddove il comune abbia predisposto specifici provvedimenti e apposto la segnaletica adeguata (es. classico il cartello sotto il segnale di divieto di accesso con la scritta “eccetto biciclette”)
3 – E’ possibile accedere a una via a senso unico in contromano con una specifica segnaletica di divieto?
Non esiste una specifica segnaletica di divieto: esiste il divieto di accesso e questo vale per tutti i mezzi di trasporto, compresa la bicicletta (leggi sopra). Potremmo aprire un dibattito sul fatto che il codice della strada a volte paragona la bicicletta a un mezzo di trasporto altre all’utenza vulnerabile, es. il pedone, e come tale potrebbe adottare il comportamento del pedone e quindi anche andare in una strada controsenso. Ma qui si apre un ampio dibattito che attiene alle modifiche del codice della strada.
4 – E’ possibile utilizzare i marciapiedi?
No, a meno che non sia segnalato come spazio condiviso con i pedoni (ciclopedonale). E poi c’è sempre il tema di cui sopra. Se c’è la necessità di percorrere un marciapiedi con la bicicletta, questa deve essere portata a mano (spinta).
5 – Quali sono le dotazioni e sistemi da utilizzare durante l’uso della bicicletta (sostitutivo di frecce direzionali, luci di stop e clacson)?
La dotazione minima per la sicurezza sono il campanello sempre, le luci anteriori e posteriori accese mezz’ora prima del tramonto (quando comincia a imbrunire è più semplice), qualcosa di rifrangente sulle ruote, utile nell’attraversamento (ora molti pneumatici hanno una ‘bandina’ rifrangente).
Per la visibilità nelle ore più buie è consigliabile indossare qualcosa di chiaro meglio ancora il gilet rifrangente. Per questo c’è un obbligo sulle strade extraurbane sempre mezz’ora prima del tramonto.
6 – Ove vi fosse una pista ciclabile realizzata per evitare zone d’intenso traffico o in generale pericolose (anche parallele a strade principali) è obbligatorio l’utilizzo di tali piste?
Il Codice della Strada dice che laddove esiste un percorso dedicato alle biciclette, l’utilizzo è obbligatorio. Il Codice della Strada però non tiene presente, ad esempio, che i percorsi s’interrompono spesso nel nulla o ti obbligano a tortuosi attraversamenti perché non sono lineari. E questi sono tra i motivi per cui spesso non vengono utilizzati.
7 – E’ obbligatorio fermarsi allo stop, dare precedenza ai pedoni, fermarsi in prossimità dei passaggi pedonali contestualmente all’utilizzo, dare precedenza in generale e all’interno di rotonde?
Il comportamento è uguale a quello dell’automobilista e viceversa: se ad esempio il ciclista è in una rotonda dove ha diritto di precedenza l’auto deve aspettare il passaggio della bicicletta.
8 – Qual è il numero massimo dei ciclisti formante un gruppo dopo il quale si deve essere preceduti e seguiti da autoveicoli o motoveicoli di servizio?
Quello che chiede immagino si faccia riferimento ai gruppi sportivi durante le gare. Non mi risulta ci siano obblighi di accompagnare gruppi di altro genere. E’ evidente che in caso di manifestazione molto partecipata (diciamo oltre le 100 persone) che debba transitare in luoghi particolarmente trafficati è utile il coinvolgimento delle forze dell’ordine.
Per completezza ricordiamo che la FIAB Onlus-Federazione Italiana Amici della Bicicletta è stata fondata nel 1988, attualmente è la più forte realtà associativa dei ciclisti italiani non sportivi.
Con circa ventimila soci suddivisi in 150 associazioni sparse su tutto il territorio italiano, FIAB è prima di tutto un’organizzazione ambientalista che, come riporta il suo Statuto, promuove la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico in un quadro di riqualificazione dell’ambiente, urbano ed extraurbano.
Forte della presenza tra i suoi soci di numerosi esperti in campo sanitario, giuridico, urbanistico, ingegneristico e paesaggistico, FIAB è diventata, negli anni, il principale interlocutore di numerosi enti locali sull’importante tema della mobilità sostenibile.
FIAB è stata riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente quale associazione di protezione ambientale (art. 13 Legge n. 349/86) e inserita dal Ministero dei Lavori Pubblici tra gli enti e associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale.
Tra le numerose iniziative, FIAB organizza ogni anno Bimbimbici, manifestazione nazionale dedicata a bambini e ragazzi e Bicistaffetta, per promuovere il cicloturismo quale volano economico del nostro Paese.
FIAB aderisce a E.C.F.-Federazione Europea dei Ciclisti. Presidente di FIAB è Giulietta Pagliaccio. Per ulteriori info: www.fiab-onlus.it
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Intervista di Riccardo Reina www.personalreporter.it
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